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Si alla cittadinanza italiana a chi nasce in Italia

Circa un milione sono i minorenni, figli di genitori stranieri residenti regolarmente in Italia, nati in Italia, italiani in tutto e per tutto, ma non per la legge.

Infatti la legge n. 91 del 1992 che regola la cittadinanza italiana, non riconosce l'acquisizione della cittadinanza per lo "Ius Soli" (sei cittadino italiano se nasci in Italia), perché in Italia prevale lo "Ius Sanguinis" (acquisisci la cittadinanza dei tuoi genitori anche se nasci in Italia).

Questi minorenni nati in Italia da genitori stranieri potranno chiedere la cittadinanza italiana solo al compimento del 18° anno di età attraverso un complicato e costoso iter burocratico, dimostrando di aver vissuto ed essere sempre rimasti residenti in Italia ininterrottamente, fino ad allora devono rinnovare il permesso di soggiorno assieme ai genitori. Sono bambini e ragazzi che "rischiano" di perdere il diritto alla cittadinanza italiana solo per una gita scolastica fatta all'estero.

Se i loro genitori, per qualsiasi motivo dovessero perdere il permesso di soggiorno per qualsiasi motivo o intoppo, rischierebbero di essere espulsi verso un paese straniero che non conoscono e nel quale non ci sono mai stati.

Sono bambini e ragazzi che parlano italiano, anche con inflessioni dialettali, sono integrati, partecipano alla vita sociale dei luoghi in cui vivono, vanno a scuola esattamente come i loro coetanei "italiani". Ma loro, nati in Italia non sono italiani solo perché i loro genitori sono "stranieri". Ecco, queste sono le seconde generazioni di migranti.

Secondo un sondaggio ISPSOS il 64% degli italiani è "molto favorevole" allo Ius Soli, e a questa percentuale si aggiunge anche un ulteriore 15% "abbastanza favorevole". Una percentuale decisamente alta, una realtà del tutto diversa da quella che certi razzisti e pseudo-razzisti vorrebbero farci credere.

Siamo duri, durissimi, con i figli degli immigrati "regolari" nati in Italia e morbidi, troppo morbidi, con i clandestini che arrivano irregolarmente in Italia.

L'attuale legislazione italiana sulla cittadinanza è quella più rigida tra tutti i paesi europei. Una legislazione che non permette il diritto di cittadinanza nemmeno ai maggiorenni che hanno frequentato regolarmente le scuole italiane. Una legislazione al limite della violazione dei diritti umani.

La proposta di uno "Ius Soli temperato", si può diventare cittadini italiani dopo aver frequentato almeno un ciclo scolastico (Ius Culturae), ci sembra un buon punto di mediazione.

A ottobre 2015 la Camera dei Deputati ha approvato con 310 sì, 66 no e 83 astenuti il disegno di legge "Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza" .. "Ius Soli temperato"

Attualmente la legge è ferma al Senato impantanata tra veti incrociati e ostruzionismo delle opposizioni che non vogliono l'approvazione della riforma sulla cittadinanza. Una legge che il governo Lega-5Stelle, a dicembre 2018, ha provveduto ad inasprire ulteriormente emanando un decreto (per fortuna mai convertito in legge) che tendeva a rendere ancora più difficile richiedere la cittadinanza per gli stranieri residenti in Italia.

Il D.L. sulla cittadinanza 2018. Decreto Salvini

Ecco cosa prevedeva il D.L. sulla cittadinanza dell'allora ministro Salvini che integra e modifica la legge n. 91 del 1992 e la rende ancor più restrittiva. Un testo per fortuna mai arrivato in parlamento e quindi mai diventato "legge dello Stato".

  • (1) Per l'acquisizione della cittadinanza italiana si richiede una buona conoscenza della lingua italiana.
  • (2) Innnalza da 200 a 250 euro il contributo richiesto per la domanda di cittadinanza.
  • (3) Estende da 730 giorni a 48 mesi il termine per la conclusione dei procedimenti della cittadinanza per matrimonio e per residenza.
  • (4) Fissa il termine di sei mesi per il rilascio degli estratti e dei certificati di stato civile occorrenti ai fini del riconoscimento della cittadinanza italiana.
  • (5) Abroga la disposizione che preclude il rigetto dell'istanza di acquisizione della cittadinanza per matrimonio decorsi due anni dalla domanda.
  • (6) Revoca della cittadinanza in caso di condanna definitiva per i reati di terrorismo ed eversione.

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Italiani in tutto e per tutto tranne che per la legge

Quello dello "Ius Soli" o per meglio dire dello "Ius Culturae" (puoi diventare italiano dopo un ciclo di studi in Italia e a certe condizioni), è un tema molto delicato nel panorama politico italiano anché perché si intreccia al tema dei migranti.

La destra dice decisamente NO in modo compatto, i 5 Stelle hanno due anime, sono titubanti e indecisi, la sinistra pur essendo d'accordo sulla cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, tentenna e non affronta il tema con la necessaria decisione anche quando è al governo. Insomma è una vergogna generale. L'attuale governo (siamo a marzo 2020), più a sinistra del precedente, NON ha il coraggio di far approvare in via definitiva, manca solo il passaggio al Senato dove i numeri sulla carta ci sarebbero.

Un primo testo di legge (Ius Culturae) fu approvato nel 2017 da un solo ramo del Parlamento, la Camera dei Deputati, dall'allora governo Gentiloni. Un testo di mediazione che poteva essere un passo in avanti sul tema della cittadinanza, ma quel governo era in scadenza e, temendo di perdere voti in vista delle imminenti elezioni (voti che poi ha perso ugualmente), ha fatto arenare quel testo di legge al Senato dove giace tutt'ora, dimenticato.

Tutti sanno come è andata a finire, il governo uscito dalle elezioni del 2018, 5 Stelle e Lega (Conte uno), di Ius Soli nemmeno ne è parlato. Anzi, l'allora ministro Salvini ha cercato di rendere la legge sulla cittadinanza ancora più restrittiva. Un testo fortunatamente mai approvato dal parlamento.

Oggi, con il così detto Conte due, 5 Stelle e Partito Democratico, si tenta di riportare all'attenzione il tema sullo "Ius Culturae", ma si naviga comunque in acque agitate e così si cerca, per l'ennesima volta, di andare con i così detti piedi di piombo. Ovvero, per ora il tema è accontonato in vista di "momenti migliori".

CI

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